giovedì, giugno 16, 2005

[Racconto] Qualcuno ha visto, per caso, il mio cane blu elettrico monofase?

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Corre a più non posso il cane del dottor Phil, e il suo padrone lo insegue ormai da un pezzo per le vie di Damn City. Ma è una sfida impari; la bestiola ha atteso che il dottore le facesse il pieno di corrente per poi fuggire a tutto gas dal laboratorio di Genetica. Phil la rincorre da mezz’ora, e calcola che alla sua creatura restano sì e no altri dieci minuti di autonomia. Ripassa, ancora una volta, davanti all’ingresso della Facoltà di Robomeccanica, sperando invano di aver innestato nella sua creatura una dose sufficiente di Sensi-Di-Colpa o anche un qualcosa di più forte, magari un Torna-A-Casa-Lassie, e ancora una volta incontra con lo sguardo il tecnico del laboratorio che si sente, lui sì, in colpa per essersi lasciato sfilare sotto le gambe la bestiola un attimo prima che fuggisse dal laboratorio.

Ma non c’è tempo per i rimpianti: il modello segreto XZB di cane modificato ora corre a ruota libera per la città, e gli effetti potrebbero essere imprevedibili. Phil torna con lo sguardo alla strada, tende le orecchie al vento nella speranza di udire all’improvviso il rombo del motore in alluminio pressofuso a ventilazione esterna fresco di progettazione, e poco dopo vede un esserino blu metallizzato sorpassarlo di gran carriera sulle sue quattro ruotine motrici. Phil prende a rincorrerlo a balzi scomposti sulle sue gambe non più giovani e indolenzite; il camice bianco sballonzola a destra e a manca ad ogni suo passo e il sudore gli imperla la fronte, ma in cuor suo sa bene che non potrà mai raggiungere i trentasei orari. Dovrà agire d’astuzia.

I due giungono in centro – l’uno stanco e ansante, l’altro gaio e forte della propria agilità – e si precipitano giù per strade e marciapiedi, scansando a stento i passanti. Il modello XZB pare voler giocare col suo creatore, rallentando l’andatura fino a farsi quasi accalappiare e poi riaccelerando ai trentasei all’ora in pochi attimi. XZB pare sicuro di sé, forse credendo che i cuscinetti a doppia schermatura e l’albero in acciaio bonificato siano garanzia di un’affidabilità perenne, e a ragione. Ma la bestiola, a differenza di Phil, non ha fatto i conti con un piccolo particolare: ha bisogno di corrente per continuare a fuggire. Alla creatura restano sì e no cinque minuti di vita, ma lei non lo sa.

- Scusate... scusate... qualcuno ha visto, per caso, il mio cane blu elettrico monofase? –
- Di là! -

Phil riprende a correre in quella direzione, le gambe ormai a pezzi e il camice intriso di sudore. Si chiede come ha fatto a farselo sfuggire in quel modo, come ha potuto attivargli il cervello prima ancora di avergli iniettato nei circuiti un po’ di Senso-Del-Dovere. Così ora era costretto a inseguirlo come un folle per tutta la città, due e rotti milioni di crediti a spasso per Damn City... ma il suo inseguimento è concluso. Davanti a lui, a venti metri o poco più, XZB uggiola rassegnato davanti a un muro che non può superare, e si guarda alle spalle sperando – invano – di aver seminato il dottor Phil.
Un vicolo cieco.

- Sei in trappola!
La bestiola mugula debolmente e pare rassegnata. Phil accenna finalmente un sorriso e pensa che tra poco potrà riportare a casa il fuggitivo.

Ma XZB riprende coraggio. Ha ancora una carta da giocare. Prende velocità e punta dritto verso Phil.

- Ma che cosa... –

Phil non vuole farselo sfuggire ancora. Si rannicchia e si tiene pronto a fermarlo.
La bestiola non si perde d’animo. Continua ad accelerare e punta il muso dritto verso di lui. Poi, a cinque metri, scarta bruscamente a sinistra, e poi a destra, e ancora a sinistra. Phil è disorientato, e prima ancora che se ne accorga il cane elettrico lo schiva e gli sfugge ancora. Poi riprende a correre.

- Maledetto... -

I giochi sembrano fatti, nulla separa il fuggitivo dalla libertà. Ma qualcosa va storto. L’albero in acciaio bonificato prende a singhiozzare, l’accumulatore è a secco. Il robocane perde potenza e rallenta vistosamente. La sua schiena si apre, e fuoriescono due grossi pannelli solari ad assorbimento rapido. Al prototipo canino basterà uscire dal vicolo per essere investito dal sole del centro città e fuggire per sempre dalle grinfie del suo creatore. Dieci metri alla libertà...

Gli occhi di Phil si illuminano nel vedere la sua creatura rallentare sempre più, e si spaventano alla comparsa dei pannelli ad assorbimento rapido. Aumenta il passo, fino allo stremo delle forze; la bestia è sempre più vicina, ormai li separano un paio di metri soltanto. Un metro più in là del muso della bestiola, i raggi del caldo sole di Damn City. Ma XZB procede ormai a passo d'uomo, e Phil la afferra qualche centimetro prima che i pannelli solari diventino operativi. Si dimena, la bestiola, ma
nulla può fare con quel poco di energia che le è rimasto. Phil la rigira, ruote all'aria, apre l'apposito sportellino e la disattiva una volta per tutte.


- Perché, nonostante tutto - dice poi Phil ai suoi allievi una volta nel laboratorio, il corpo del cagnolino in alto sulla testa a mo' di trofeo, le gambe intorpidite, il fiato corto e il camice ancora lordo di sudore - la Scienza corre più forte! -

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Paura!!!! Cmq W LIGABUE e il suo cane blu elettrico monofase!!!

8:31 PM  

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